Quasi Amici

Quasi Amici

Quasi Amici

 

Questa la trama:

La vita derelitta di Driss, tra carcere, ricerca di sussidi statali e un rapporto non facile con la famiglia, subisce un’impennata quando, a sorpresa, il miliardario paraplegico Philippe lo sceglie come proprio aiutante personale. Incaricato di stargli sempre accanto per spostarlo, lavarlo, aiutarlo nella fisioterapia e via dicendo Driss non tiene a freno la sua personalità poco austera e contenuta. Diventa così l’elemento perturbatore in un ordine alto borghese fatto di regole e paletti, un portatore sano di vitalità e scurrilità che stringe un legame di sincera amicizia con il suo superiore, cambiandogli in meglio la vita.

Giudizio: bello, da non perdere

Alcune frasi del film:

“Sai dove si trova un tetraplegico ?…. Dove lo hai lasciato.” – Driss (Omar Sy)

“Ti sei mai chiesto perchè la gente sì interessa all’arte? Perchè è l’unico segno del nostro passaggio sulla terra.” – Philippe (François Cluzet)

a vita derelitta di Driss, tra carcere, ricerca di sussidi statali e un rapporto non facile con la famiglia, subisce un’impennata quando, a sorpresa, il miliardario paraplegico Philippe lo sceglie come proprio aiutante personale. Incaricato di stargli sempre accanto per spostarlo, lavarlo, aiutarlo nella fisioterapia e via dicendo Driss non tiene a freno la sua personalità poco austera e contenuta. Diventa così l’elemento perturbatore in un ordine alto borghese fatto di regole e paletti, un portatore sano di vitalità e scurrilità che stringe un legame di sincera amicizia con il suo superiore, cambiandogli in meglio la vita.

I contendenti di Grisham John

I contendenti di John Grisham

I contendenti di John Grisham

Questa la trama tratta da ibs.it:

Oscar Finley e Wally Figg sono due avvocati di Chicago soci da vent’anni in un piccolo studio legale sempre sull’orlo del fallimento. Litigiosi come una vecchia coppia, cercano di rimediare clienti come possono, perlopiù offrendo la loro consulenza “su misura” in divorzi lampo o alle vittime dei frequenti incidenti d’auto all’incrocio vicino al loro ufficio. I due tirano avanti più o meno dignitosamente nella speranza di fare prima o poi il colpo grosso e di imbattersi in una causa che li renda finalmente ricchi. Il tran tran viene bruscamente stravolto il giorno in cui da loro irrompe David Zinc, giovane e rampante avvocato che fino a poche ore prima lavorava in uno dei più rinomati studi legali della città. Stanco dei ritmi massacranti e deciso a cambiare vita una volta per tutte, David non si è presentato in ufficio, si è preso una sbronza colossale e, per una serie di circostanze fortuite, è arrivato lì, chiedendo di essere assunto. Sembra decisamente un segno del destino perché proprio in quei giorni ai tre si presenta l’opportunità della vita: un caso scottante che riguarda un’importante industria farmaceutica e che può farli diventare finalmente ricchi. A quanto pare fama e soldi sono dietro l’angolo, ma è tutto troppo bello per essere vero e, quasi senza rendersene conto, Oscar, Wally e David si troveranno alle prese con un processo che rischia di stritolarli, dove sono in gioco miliardi di dollari e in cui i più agguerriti avvocati dei migliori studi legali si sfidano in una guerra all’ultimo sangue.

Giudizio: bello, da leggere

Il libro è piacevole, molto scorrevole e a volte ci sono delle parti in cui fà anche un po’ ridere.

Hunger

Hunger

Hunger

Irlanda del Nord, 1981. Il Primo Ministro Margaret Thatcher ha abolito lo statuto speciale di prigioniero politico e considera ogni carcerato paramilitare della resistenza irlandese alla stregua di un criminale comune. I detenuti appartenenti all’IRA danno perciò il via, nella prigione di Maze, allo sciopero “della coperta” e a quello dell’igiene, cui segue una dura repressione da parte delle forze dell’ordine. Il primo marzo, Bobby Sands, leader del movimento, decreta allora l’inizio di uno sciopero totale della fame, che lo condurrà alla morte, insieme a nove compagni, all’età di 27 anni.

Giudizio: bello, si può vedere, triste e drammatico


Bel Ami – Storia di un seduttore

Bel Ami - Storia di un seduttore

Bel Ami - Storia di un seduttore

Parigi, fine del Diciannovesimo secolo. Georges Duroy torna dopo aver combattuto in Algeria e non ha in tasca un franco. Incontra casualmente in un locale Charles Forestier che gli regala il denaro per comprarsi un abito decente e fare il suo ingresso in società. Georges ha così modo di conoscere la moglie di Forestier Madeleine, l’editore Rousset (interessato a far cadere il governo) e sua moglie Virginie nonché la giovane Clotilde. Grazie alla figlia ancora bambina di Rousset gli verrà dato l’appellativo di Bel Ami che tutte e tre le donne, catturate dalla sua misteriosa bellezza, utilizzeranno. Grazie a loro Georges, che è un piacevole contenitore vuoto, farà carriera calpestando però i sentimenti di ognuna.

Giudizio: piacevole, si può vedere

 

Bordo’

Bordò
Via Palazzo di Città, 19
10122 Torino, Italy
+39 011 521 1324 ?
www.enotecabordo.it

Provato il 7 aprile 2012

Questa vineria/enoteca non è grandissima ed è situata in una bellissima via, molto tranquilla, in pieno centro vicino al Municipio.

Qui si possono degustare alcuni piatti particolari (un po’ cari e le porzioni sono un po’ piccole ma ottimi!), salumi e formaggi accompagnando il tutto con un buon vino bianco o rosso.

Abbiamo preso: galletto alle olive aromatizzate all’arancia con patate al forno accompagnato da un Grignolino del 2009 e un caciucco alla livornese accompagnato da un calice di vino bianco.

Come dolce abbiamo preso una torta di mele e (poche) mandorle.

Il costo è stato di 47 euro (non pochi!) ma il locale è bello, molto accogliente, caldo, piacevole stare in compagnia e parlare sorseggiando un buon vino.

Ne vale la pena!

 

La regina dei castelli di carta di Larsson Stieg

La regina dei castelli di carta di Larsson Stieg

La regina dei castelli di carta di Larsson Stieg

La regina dei castelli di carta di Larsson Stieg

Questa la trama tratta da ibs.it:

La giovane hacker Lisbeth Salander è di nuovo immobilizzata in un letto d’ospedale, anche se questa volta non sono le cinghie di cuoio a trattenerla, ma una pallottola in testa. È diventata una minaccia: se qualcuno scava nella sua vita e ascolta quello che ha da dire, potenti organismi segreti crolleranno come castelli di carta. Deve sparire per sempre, meglio se rinchiusa in un manicomio. La cospirazione di cui si trova suo malgrado al centro, iniziata quando aveva solo dodici anni, continua. Intanto, il giornalista Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul terribile passato di Lisbeth ed è deciso a pubblicare su “Millennium” un articolo di denuncia che farà tremare i servizi di sicurezza, il governo e l’intero paese. Non ci saranno compromessi. L’ultimo capitolo della trilogia di Stieg Larsson è ancora una volta una descrizione della società contemporanea sotto forma di thriller. Un romanzo emozionante di trame occulte e servizi segreti deviati, che cattura il ritmo del nostro tempo e svela a cosa possono condurre le perversioni di un sistema malato. Una storia che, fedele all’anima del suo autore, narra di violenza contro le donne, e di uomini che la rendono possibile.

Giudizio: Bello, da leggere

Questo è il terzo ed ultimo della saga di Larsson, leggermente meno avvincente dei primi due ma molto scorrevole.

Peperoni in agrodolce

Ingredienti

  • 3Kg di peperoni puliti
  • 4 litri d’acqua
  • 1 litro di aceto bianco
  • 1/2 litro di vino bianco
  • 5 foglie di alloro
  • 4 spicchi di aglio
  • 4 cucchiai di zucchero
  • pepe in grani
  • chiodi di garofano
  • sale q.b.

Istruzioni

Preparare la salsa con tutti gli ingredienti e portare a bollore. Aggiungere i peperoni e dal momento che riprende il bollore calcolare circa 5 minuti (tempo indicativo, controllare i peperoni).

Spegnere il gas e mettere nei vasetti, sterilizzare per 20 minuti e lasciarli raffreddare nella pentola.

Aspettare almeno 15-20 giorni prima di consumarli.

 

The Artist di Michel Hazanavicius

The Artist

The Artist

Questa la trama tratta da My Movies:

Hollywood 1927. George Valentin è un notissimo attore del cinema muto. I suoi film avventurosi e romantici attraggono le platee. Un giorno, all’uscita da una prima, una giovane aspirante attrice lo avvicina e si fa fotografare sulla prima pagina di Variety abbracciata a lui. Di lì a poco se la troverà sul set di un film come ballerina. È l’inizio di una carriera tutta in ascesa con il nome di Peppy Miller. Carriera che sarà oggetto di una ulteriore svolta quando il sonoro prenderà il sopravvento e George Valentin verrà rapidamente dimenticato.

Giudizio: Bello, da vedere

Ha vinto 5 Oscar:

Miglior film
Miglior regia a Michel Hazanavicius
Miglior attore a Jean Dujardin
Miglior colonna sonora originale
Migliori costumi

Molto meritati. E’ molto bello andare a vedere al cinema un film in bianco e nero e muto nel 2012!

Peccato che le persone al cinema sono molto maleducati: chi tiene acceso il cellulare e risponde! Chi si mette a chattare! chi parla e commenta il film a voce alta! chi si mette con le gambe sopra lo schienale di fronte!

Posso dirvi una cosa:

STATE A CASA! NON ANDATE AL CINEMA! ROMPETE SOLO LE SCATOLE!

grazie!

 

Time: Person of the Year 2011

Person of the year 2011: The Protester

Person of the year 2011: The Protester

Person of the Year 2011 for the Time magazine is The Protester.

Introduction
Person of the Year Introduction
By Rick Stengel

History often emerges only in retrospect. Events become significant only when looked back on. No one could have known that when a Tunisian fruit vendor set himself on fire in a public square in a town barely on a map, he would spark protests that would bring down dictators in Tunisia, Egypt and Libya and rattle regimes in Syria, Yemen and Bahrain. Or that that spirit of dissent would spur Mexicans to rise up against the terror of drug cartels, Greeks to march against unaccountable leaders, Americans to occupy public spaces to protest income inequality, and Russians to marshal themselves against a corrupt autocracy.Protests have now occurred in countries whose populations total at least 3 billion people, and the word protest has appeared in newspapers and online exponentially more this past year than at any other time in history.

Is there a global tipping point for frustration? Everywhere, it seems, people said they’d had enough. They dissented; they demanded; they did not despair, even when the answers came back in a cloud of tear gas or a hail of bullets. They literally embodied the idea that individual action can bring collective, colossal change. And although it was understood differently in different places, the idea of democracy was present in every gathering. The root of the word democracy is demos, “the people,” and the meaning of democracy is “the people rule.” And they did, if not at the ballot box, then in the streets. America is a nation conceived in protest, and protest is in some ways the source code for democracy — and evidence of the lack of it.

The protests have marked the rise of a new generation. In Egypt 60% of the population is under the age of 25. Technology mattered, but this was not a technological revolution. Social networks did not cause these movements, but they kept them alive and connected. Technology allowed us to watch, and it spread the virus of protest, but this was not a wired revolution; it was a human one, of hearts and minds, the oldest technology of all.

Everywhere this year, people have complained about the failure of traditional leadership and the fecklessness of institutions. Politicians cannot look beyond the next election, and they refuse to make hard choices. That’s one reason we did not select an individual this year. But leadership has come from the bottom of the pyramid, not the top. For capturing and highlighting a global sense of restless promise, for upending governments and conventional wisdom, for combining the oldest of techniques with the newest of technologies to shine a light on human dignity and, finally, for steering the planet on a more democratic though sometimes more dangerous path for the 21st century, the Protester is TIME’s 2011 Person of the Year.

Autopsia virtuale di Patricia Cornwell

"Autopsia virtuale" di Patricia Cornwell

"Autopsia virtuale" di Patricia Cornwell

Questa la trama tratta da ibs.it:

Port Mortuary – letteralmente il porto dei morti – è il luogo in cui vengono smistati i cadaveri dei caduti in guerra della base dell’Aeronautica militare di Dover. È qui che Kay Scarpetta sta seguendo un corso di addestramento sulle autopsie virtuali quando, in una fredda sera di febbraio, viene richiamata in tutta fretta dalla nipote Lucy e dall’investigatore Pete Marino al CFC di Boston, il nuovo centro di medicina forense civile e militare da lei diretto. Qualcosa di molto grave e inspiegabile è appena accaduto, qualcosa che potrebbe rovinarla sia professionalmente che personalmente, travolgendo nello scandalo la struttura sperimentale di cui è a capo. Un giovane uomo, morto apparentemente per un malore e custodito nella cella frigorifera del CFC, viene trovato in un lago di sangue, e ciò avalla l’ipotesi che fosse ancora vivo quando vi è stato rinchiuso. L’autopsia sul suo cadavere rivela la presenza di agghiaccianti lesioni interne, complicando ulteriormente il quadro. La situazione è tanto più seria in quanto Jack Fielding, vicecapo del centro, è scomparso nel nulla dopo essere stato indagato per un suo presunto coinvolgimento in altre morti sospette. Kay Scarpetta si trova di fronte a un caso estremamente difficile e pericoloso che ha pesanti riflessi non solo sulla sicurezza nazionale, ma anche sulla sua vita privata. In una frenetica corsa contro il tempo deve affrontare un nuovo scaltro e crudele e fare i conti con una vicenda che coinvolge i fantasmi di un passato mai sopito.

Giudizio: orrendo, da evitare, spendete i soldi in un altro libro, vi regalo il mio!

Era il primo libro che leggevo di Patricia Cornwell. Questa scrittrice ha la caratteristica di scrivere in prima persona del persona principale, ossia di Kay Scarpetta.Pensavo che fosse molto originale e bello ma poi leggendo il libro ho scoperto quanto è noioso, la Cornwell si dilunga troppo su tutto: sui pensieri del personaggio, su quello che vede, che pensa. La trama è veramente esile e il titolo in italiano c’entra veramente poco.

Veramente brutto, povero di colpi di scena, la scrittrice si dilunga troppo su terminologia per far vedere che è una saputella che ha studiao il tema della medicina legale…

Consiglio: non compratelo e non leggetelo!