Il mio gatto mi detesta. Il diario di Sir Thomas di Federica Bosco

 Il mio gatto mi detesta. Il diario di Sir Thomas di Federica BoscoTrama del libro:

Sir Thomas è un magnifico esemplare di Maine Coon rosso. Maestoso, supponente e un po’ cinico. Insofferente alla stupidità della razza umana, il cui unico pregio è il pollice opponibile, Sir Thomas ha uno sguardo impietoso sull’inettitudine della sua servitù. Nella fattispecie, la disgraziata Umana che gli è toccata in sorte: Federica. A lei il compito di soddisfare le sue infinite richieste, che vanno dall’intrattenerlo con giochi sempre nuovi, al nutrirlo con le leccornie più prelibate, fino allo spazzolare regolarmente il suo manto affinché si mantenga sempre lucido e soffice. Le disavventure di Federica, raccontate attraverso gli occhi e la voce di Sir Thomas, si colorano di un’ironia irresistibile che ci conferma che il rapporto di sudditanza tra umani e felini è una delle poche certezze della vita.

Giudizio: moldo bello, molto divertente, assolutamente consigliato soprattutto per chi adora i gatti!

Time: Person of the Year 2023 – Taylor Swift

Taylor Swift

Taylor Swift

Il Time ha scelto per quest’anno Taylor Swift come persona dell’anno.
Molto discutibile la scelta… persona che sicuramente guadagna un mucchio di soldi senza aver scritto ancora una canzone decente….

E poi dovrebbero spiegare questo interesse da parte di Scientology…

 

Etichettatura delle uova

Etichettatura Uova

Etichettatura Uova

Con questo articolo vorrei spiegare come potete verificare da dove arrivano le uova che state mangiando e soprattutto di che tipo sono.

 

 

 

Il codice è così composto: A BBB CCC DD EEE

  • A – Metodo di allevamento

Nei supermercati la maggior parte delle uova sono di tipo “2”. Fate attenzione alla frase “allevate a terra” che vuol dire allevate all’interno di enormi capannoni, anche multipiano!!!
Cercate almeno di evitare di comprare uova di tipo “3” che sono uova di galline tenute in gabbia.
Si parla di “cage free” la volontà dei produttori di eliminare l’utilizzo delle gabbie.
Si parla di “free range” la possibilità delle galline di girare libere all’aperto e nei capannoni.

  • BBB – Stato in cui è prodotto
  • CCC – Codice ISTAT del comune in cui è prodotto

il codice ISTAT è composto da 6 cifre: XXXYYY: le prime 3 cifre identificano la provincia, le altre 3 cifre identificano il comune).

L’elenco potete scaricarlo dal sito dell’ISTAT.

  • DD – Sigla della provincia in cui è prodotto

L’elenco delle province lo potete trovare sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

  • EEE Codice ASL dell’azienda di produzione

Questo è il codice più complicato da verificare. C’è un elenco sul sito delle Politiche Agricole ma non è facile trovare la corrispondenza. C’è un altro elenco sul sito del Ministero della Salute ma anche in questo caso è difficile trovare la corrispondenza.

Vediamo qualche esempio di uova che ho comprato nei supermercati Conad e Carrefour:

2IT012FO510
2 =  tipologia di allevamento a terra
IT = sigla della nazione di produzione Italia
012 = codice istat del comune di ubicazione dell’allevamento “Forlì”
FO = sigla della provincia dell’allevamento “Forlì”
510 = codice univoco allevamento di deposizione (trovarlo è complicato…)

2IT012FO119
2 =  tipologia di allevamento a terra
IT = sigla della nazione di produzione Italia
012 = codice istat del comune di ubicazione dell’allevamento “Forlì”
FO = sigla della provincia dell’allevamento
119 = codice univoco allevamento di deposizione (trovarlo è complicato…)

2IT032FC050
2 =  tipologia di allevamento a terra
IT = sigla della nazione di produzione Italia
032 = codice istat del comune di ubicazione dell’allevamento “Predappio”
FC = sigla della provincia dell’allevamento
050 = codice univoco allevamento di deposizione (trovarlo è complicato…)

0IT032FC069
0 =  tipologia di allevamento Biologico (speriamo…)
IT = sigla della nazione di produzione Italia
032 = codice istat del comune di ubicazione dell’allevamento “Predappio”
FC = sigla della provincia dell’allevamento – “Forlì-Cesena”
069 = codice univoco allevamento di deposizione (trovarlo è complicato…)

Alcune considerazioni finali:

  • Il codice è riportato solo sulle singole uova, non sulla confezione, quindi prima le compri e poi scopri da dove vengono e di che tipo sono….
  • Alcuni scrivono sulla confezione “da filiera controllata” su uova allevate a terra: che vuol dire ? A parte infinocchiare il consumatore ?
  • I codici degli stabilimenti dovrebbero essere resi pubblici su un elenco chiaro e comprensibile
  • Molti produttori utilizzano ancora sigle di province che sono stati cambiati nel tempo. Ma non si poteva utilizzare il codice ISTAT completo ?

Cosè un pollo Broiler ?

Pollo Broiler

Pollo Broiler

Dovete sapere che Il 98% circa dei polli venduti nel nostro paese sono di tipo “broiler“.
Il 90% dei polli allevati nel mondo sono di tipo “broiler“.
Nota:
Nel linguaggio tecnico viene chiamato “broiler” (dal verbo inglese “to broil” che significa grigliare/arrostire), con cui s’intende il pollo comune allevato esclusivamente per produrre carne.
Purtroppo, la maggioranza dei polli “broiler” sono a “rapido accrescimento”, ossia sono il risultato di una selezione volta ad ottenere la crescita rapidissima e un volume sempre maggiore di petto e cosce, le parti più richieste dal mercato.
Normalmente un pollo dovrebbe crescere da pulcino a pollo in 120 giorni e dovrebbe pesare circa 1 Kg, mentre un pollo allevato con il metodo di “rapido accrescimento” il pulcino diventa un pollo di circa 4 Kg in 35 giorni!!!
Spesso il pulcino/pollo non riesce neanche a stare in piedi e spesso muore a causa del troppo peso (vedere foto…).

Perché il petto di pollo a volte sembra duro o gommoso?

La sindrome del “petto di legno” (nota come “wooden breast” negli Stati Uniti), che rende la carne di pollo dura o gommosa, potrebbe essere causata da un enzima: è quanto emerge da un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università del Delaware. La lipoproteina lipasi, infatti, può generare un disturbo metabolico caratterizzato da un anormale accumulo di grasso nel tessuto muscolare del petto dell’animale.

Il “petto di legno” è dannoso per gli esseri umani?
Ad oggi non sono conosciuti danni apportati agli esseri umani, ma sicuramente mentre lo si mangia non si presenta bene; ovviamente si sente di più l’effetto duro/gommoso con un petto di pollo tagliato a bocconcini e un po’ meno se tagliato a fette, tanto che a volte lo stesso pollo viene trasformato dai produttori in alimenti a base di pollo macinato. Nei supermercati trovate hamburger, salsiccia e nugget di pollo.

Sapete quant’è la differenza di costo tra un pollo “broiler” e un pollo allevato in modo normale ?

Solo 2-3 euro di differenza!

Ne vale la pena mangiare una schifezza del genere per così poco ?

Burgez

Burgez
Via Giovanni Giolitti, 16, 10123 Torino TO
http://www.burgez.com/

Passabile.
Preso un paio di panini come asporto.
Panini un po’ troppo pasticciati con tante salse e ingredienti pesanti da digerire.
Il prezzo non è basso rispetto alla concorrenza e si mangia sicuramente di meno.
Da provare almeno una volta ma non aspettatevi qualcosa di eccezionale.

Birrificio La Piazza

Birrificio La Piazza
Via Jacopo Durandi, 13, 10144 Torino TO
01119709642
https://www.birrificiolapiazza.com/

Birra Renoir ottima, assolutamente da assaggiare. Hamburger impiantato con patatine fritte e misticanza (13 euro) discreto, ottime le patatine fritte (croccanti e poco salate) Brardaburger (10 euro) discreto, carne buona ma niente di eccezionale. Cheesecake ai lamponi (5 euro) pessima, dolce industriale, sapeva solo di formaggio/quasi burro, lamponi pessimi, era una salsa dura, artificiale di quelle che si versano dal tubetto. Mi ha rovinato la cena…… Assolutamente da evitare!!! Servizio passabile: niente di eccezionale, i camerieri facevano il loro lavoro. Giudizio finale: discreto. Va bene per bere una birra con gli amici ma come mangiare c’è di meglio….. Prendete solo le patatine fritte…..

Tossici. L’arma segreta del Reich. La droga nella Germania nazista di Norman Ohler

Tossici

Tossici

Tratto da ibs.it:

Un libro che indaga il legame tra il regime nazista e l’uso delle droghe per plasmare e modificare la società tedesca, e getta una luce ancora più sinistra su uno dei periodi più cupi della storia dell’umanità.

«Un rimarchevole lavoro di ricerca.» – Anthony Beevor

«Questo libro è riuscito a sorprendere anche quegli studiosi che hanno passato decenni a fare ricerche sul nazismo.» – The New York Times

Il 13 ottobre 1937, a Berlino, gli stabilimenti farmaceutici Temmler brevettarono il Pervitin, la prima metilanfetamina tedesca, la stessa molecola che oggi è diffusa in tutto il mondo sotto forma di “crystal meth”. Il farmaco “rivitalizzante” si diffuse ben presto in tutta la società tedesca: lo prendevano studenti e professionisti per combattere lo stress, centraliniste e infermiere per stare sveglie durante i turni di notte, lavoratori per alleviare la fatica. E lo stesso accadeva per i membri del partito e delle SS. Anche Mussolini, il paziente “D”, fu tenuto sotto osservazione dai medici nazisti. Nel 1939 il farmaco prese piede anche in ambito militare. Testato durante l’invasione della Polonia, venne utilizzato dalle divisioni corazzate di Guderian e Rommel pronte ad attraversare le Ardenne e a inventare il Blitz-krieg, in cui la capacità di resistenza degli uomini diventava un fattore essenziale. Basato sulle ricerche dell’autore negli archivi tedeschi, che conservano ancora le carte del medico personale di Hitler, “Tossici” indaga il legame tra il regime nazista e l’uso delle droghe per plasmare e modificare la società tedesca. Senza pretendere di sminuire la responsabilità dei nazisti per i crimini di guerra commessi, racconta un aspetto sconosciuto del Terzo Reich e, come afferma Hans Mommsen nella postfazione, getta una luce ancora più sinistra su uno dei periodi più cupi della storia dell’umanità.

Giudizio: da leggere, un po’ impegnativo ma racconta molto bene l’utilizzo delle droghe nella Seconda guerra mondiale.