Monthly Archives: March 2012

Peperoni in agrodolce

Ingredienti

  • 3Kg di peperoni puliti
  • 4 litri d’acqua
  • 1 litro di aceto bianco
  • 1/2 litro di vino bianco
  • 5 foglie di alloro
  • 4 spicchi di aglio
  • 4 cucchiai di zucchero
  • pepe in grani
  • chiodi di garofano
  • sale q.b.

Istruzioni

Preparare la salsa con tutti gli ingredienti e portare a bollore. Aggiungere i peperoni e dal momento che riprende il bollore calcolare circa 5 minuti (tempo indicativo, controllare i peperoni).

Spegnere il gas e mettere nei vasetti, sterilizzare per 20 minuti e lasciarli raffreddare nella pentola.

Aspettare almeno 15-20 giorni prima di consumarli.

 

The Artist di Michel Hazanavicius

The Artist

The Artist

Questa la trama tratta da My Movies:

Hollywood 1927. George Valentin è un notissimo attore del cinema muto. I suoi film avventurosi e romantici attraggono le platee. Un giorno, all’uscita da una prima, una giovane aspirante attrice lo avvicina e si fa fotografare sulla prima pagina di Variety abbracciata a lui. Di lì a poco se la troverà sul set di un film come ballerina. È l’inizio di una carriera tutta in ascesa con il nome di Peppy Miller. Carriera che sarà oggetto di una ulteriore svolta quando il sonoro prenderà il sopravvento e George Valentin verrà rapidamente dimenticato.

Giudizio: Bello, da vedere

Ha vinto 5 Oscar:

Miglior film
Miglior regia a Michel Hazanavicius
Miglior attore a Jean Dujardin
Miglior colonna sonora originale
Migliori costumi

Molto meritati. E’ molto bello andare a vedere al cinema un film in bianco e nero e muto nel 2012!

Peccato che le persone al cinema sono molto maleducati: chi tiene acceso il cellulare e risponde! Chi si mette a chattare! chi parla e commenta il film a voce alta! chi si mette con le gambe sopra lo schienale di fronte!

Posso dirvi una cosa:

STATE A CASA! NON ANDATE AL CINEMA! ROMPETE SOLO LE SCATOLE!

grazie!

 

Time: Person of the Year 2011

Person of the year 2011: The Protester

Person of the year 2011: The Protester

Person of the Year 2011 for the Time magazine is The Protester.

Introduction
Person of the Year Introduction
By Rick Stengel

History often emerges only in retrospect. Events become significant only when looked back on. No one could have known that when a Tunisian fruit vendor set himself on fire in a public square in a town barely on a map, he would spark protests that would bring down dictators in Tunisia, Egypt and Libya and rattle regimes in Syria, Yemen and Bahrain. Or that that spirit of dissent would spur Mexicans to rise up against the terror of drug cartels, Greeks to march against unaccountable leaders, Americans to occupy public spaces to protest income inequality, and Russians to marshal themselves against a corrupt autocracy.Protests have now occurred in countries whose populations total at least 3 billion people, and the word protest has appeared in newspapers and online exponentially more this past year than at any other time in history.

Is there a global tipping point for frustration? Everywhere, it seems, people said they’d had enough. They dissented; they demanded; they did not despair, even when the answers came back in a cloud of tear gas or a hail of bullets. They literally embodied the idea that individual action can bring collective, colossal change. And although it was understood differently in different places, the idea of democracy was present in every gathering. The root of the word democracy is demos, “the people,” and the meaning of democracy is “the people rule.” And they did, if not at the ballot box, then in the streets. America is a nation conceived in protest, and protest is in some ways the source code for democracy — and evidence of the lack of it.

The protests have marked the rise of a new generation. In Egypt 60% of the population is under the age of 25. Technology mattered, but this was not a technological revolution. Social networks did not cause these movements, but they kept them alive and connected. Technology allowed us to watch, and it spread the virus of protest, but this was not a wired revolution; it was a human one, of hearts and minds, the oldest technology of all.

Everywhere this year, people have complained about the failure of traditional leadership and the fecklessness of institutions. Politicians cannot look beyond the next election, and they refuse to make hard choices. That’s one reason we did not select an individual this year. But leadership has come from the bottom of the pyramid, not the top. For capturing and highlighting a global sense of restless promise, for upending governments and conventional wisdom, for combining the oldest of techniques with the newest of technologies to shine a light on human dignity and, finally, for steering the planet on a more democratic though sometimes more dangerous path for the 21st century, the Protester is TIME’s 2011 Person of the Year.

Autopsia virtuale di Patricia Cornwell

"Autopsia virtuale" di Patricia Cornwell

"Autopsia virtuale" di Patricia Cornwell

Questa la trama tratta da ibs.it:

Port Mortuary – letteralmente il porto dei morti – è il luogo in cui vengono smistati i cadaveri dei caduti in guerra della base dell’Aeronautica militare di Dover. È qui che Kay Scarpetta sta seguendo un corso di addestramento sulle autopsie virtuali quando, in una fredda sera di febbraio, viene richiamata in tutta fretta dalla nipote Lucy e dall’investigatore Pete Marino al CFC di Boston, il nuovo centro di medicina forense civile e militare da lei diretto. Qualcosa di molto grave e inspiegabile è appena accaduto, qualcosa che potrebbe rovinarla sia professionalmente che personalmente, travolgendo nello scandalo la struttura sperimentale di cui è a capo. Un giovane uomo, morto apparentemente per un malore e custodito nella cella frigorifera del CFC, viene trovato in un lago di sangue, e ciò avalla l’ipotesi che fosse ancora vivo quando vi è stato rinchiuso. L’autopsia sul suo cadavere rivela la presenza di agghiaccianti lesioni interne, complicando ulteriormente il quadro. La situazione è tanto più seria in quanto Jack Fielding, vicecapo del centro, è scomparso nel nulla dopo essere stato indagato per un suo presunto coinvolgimento in altre morti sospette. Kay Scarpetta si trova di fronte a un caso estremamente difficile e pericoloso che ha pesanti riflessi non solo sulla sicurezza nazionale, ma anche sulla sua vita privata. In una frenetica corsa contro il tempo deve affrontare un nuovo scaltro e crudele e fare i conti con una vicenda che coinvolge i fantasmi di un passato mai sopito.

Giudizio: orrendo, da evitare, spendete i soldi in un altro libro, vi regalo il mio!

Era il primo libro che leggevo di Patricia Cornwell. Questa scrittrice ha la caratteristica di scrivere in prima persona del persona principale, ossia di Kay Scarpetta.Pensavo che fosse molto originale e bello ma poi leggendo il libro ho scoperto quanto è noioso, la Cornwell si dilunga troppo su tutto: sui pensieri del personaggio, su quello che vede, che pensa. La trama è veramente esile e il titolo in italiano c’entra veramente poco.

Veramente brutto, povero di colpi di scena, la scrittrice si dilunga troppo su terminologia per far vedere che è una saputella che ha studiao il tema della medicina legale…

Consiglio: non compratelo e non leggetelo!

 

 

Ichiban Sushi Di Shunbian Hu

Ichiban Sushi Di Shunbian Hu
Via Giovanni Plana, 1, 10123 Torino, Italy
+39 011 812 3560

www.ichibansushi.it

Provato per cena il 25 Marzo 2012
Il locale è composto da un sala all’ingresso con alcuni tavoli e dopo altre due salette una poco più grande dell’altra.
La sala interna ha “a vista” la porta del bagno e una tavolata grande vicino “vede” il continuo passaggio degli ospiti verso il bagno: non è il massimo!
L’acustica del locale è pessima e se parlano in contemporanea due-tre tavoli c’è un frastuono fastidioso.
L’arredamento è in stile orientale ma molto minimalista.
Il servizio è un po’ scarso, le cameriere non sono al massimo dell’efficienza e si sbagliano in continuo i tavoli e vanno avanti e indietro con i piatti.
Abbiamo provato il sushi misto e poi volevamo provare anche i ravioli al vapore ma il servizio era talmente scarso che ci abbiamo rinunciato.
La cucina chiude alla 23:30.
Pagato 35 Euro per due piatti di sushi misto da 12, acqua, birra e un caffè; un po’ caro.

Giudizio: sufficiente ma non ne vale la pena

Albert Nobbs di Rodrigo Garcia

Albert Nobbs di Rodrigo García

Albert Nobbs di Rodrigo García

Questa la trama tratta da My Movies:

Siamo nell’Irlanda del diciottesimo secolo. Albert Nobbs è migliore dei camerieri che lavorano in un albergo di Dublino. La sua vita è totalmente dedicata a svolgere la sua professione il meglio possibile, in modo da poter guadagnare il denaro necessario per aprire in futuro una sua attività commerciale. Albert Nobbs ha però un segreto: è una donna. Quando nell’albergo arriva un pittore che deve imbiancare gli interni la sua copertura vacilla. Proprio nel momento di massima difficoltà però Nobbs scopre una persona in grado di capire il suo segreto e di aiutarla a sopportare la frustrazione e il dolore di una condizione così disperata. Rinfrancata da questa nuova amicizia la donna può dedicarsi più serena a costruire il proprio futuro.

Giudizio: Bello, da non perdere

Il film è drammatico con un finale triste ma l’interpretazione di Glenn Close nei panni di un uomo è eccezionale.

Peccato che non abbia vinto neanche un Oscar…