Monthly Archives: May 2011

“La Granda” In mezzo al pane SlowFastfood

Poco prima di M** Bun ha aperto il 19 Marzo un altro Slow Fast Food “La Granda” in pieno centro in Piazza Solferino 16/A.

Giudizio: da provare assolutamente

Provato il 28 Maggio 2011 con il seguentè menù:

  • Il Tropeagiotto (ottimo, più piccolo di quello di M** Bun, il pane è di Delper)
  • Patatine Fritte (tagliate a fiammifero e non a rondella come quelle di M** Bun, un po’ più unte di olio e e meno croccanti)
  • Birra blanche Isaac Baladin (eccellente!)

Per un totale di 9.50 Euro

Habemus Papam

Habemus Papam

Habemus Papam

“Habemus Papam” di Nanni Moretti

Questa la trama tratta da MyMovies.it:

I cardinali riuniti in Conclave nella Cappella Sistina procedono all’elezione del nuovo Papa. Smentendo tutti i pronostici viene nominato il cardinale Melville il quale accetta con titubanza l’elezione ma, al momento di presentarsi alla folla dal balcone centrale della basilica di San Pietro, si ritrae. Lo sgomento assale i cristiani in attesa ma, ancor più, i cardinali che debbono cercare di porre rimedio a questo evento mai verificatosi sotto questa forma. Si decide, pur con tutte le perplessità imposte dalla dottrina, di far accedere ai palazzi apostolici lo psicoanalista più bravo per tentare di far emergere le cause che hanno spinto l’alto prelato al diniego e favorirne un ripensamento. Lo psicoanalista fa però un riferimento alla moglie come la terapeuta più brava (dopo di lui). Il portavoce della Santa Sede decide allora di far uscire il Papa dalle Mura vaticane per avere anche un altro intervento che risolva la questione. Che invece si complica perché il Papa, approfittando di un momento di distrazione, scompare per le vie di Roma.

Giudizio: si può vedere

E’ la prima volta che vado a vedere un film di Nanni Moretti al cinema, non è male, molto bella l’interpretazione dell’attore Michel Piccoli che fà la parte del neo Papa eletto. A mio giudizio, bello ma non è da premio a Cannes.

 

M** Bun – Slow Fast Food

Dal 19 Aprile ha aperto  M** Bun a Torino in pieno centro in Corso Siccardi 8/a, angolo di Via cernaia (dove una volta c’era la gelateria Copa Rica).

L’idea è molto semplice:

  • prodotti sani e gustosi
  • ingredienti del territorio con filiera corta
  • materiali riciclabili o completamente biodegradabili
  • rispetto per le persone e per l’ambiente
  • rispetto perfino dei tuoi ritmi

Il locale è molto simile ai più famosi Fast Food ma subito ci si accorge delle differenze: il menù è scritto in piemontese (ma di facile comprensione a tutti!), si fà l’ordinazione alla casse e viene consegnato una specie di telecomando che suona e vibra quando la cucina ha preparato il tutto (mediamente bastano 5 minuti di attesa).

Giudizio: da provare assolutamente, consiglio: non andare però dopo le 20:30 di Sabato che si fà parecchia coda

Provato il 21 Maggio 2011 con il seguente menù:

  • Tris di carne cruda: Piemunteisa (con olio e limone), Franseisa (con olio, limone, senape, capperi e acciughe), Mediterranea (con olio, pomodorini, olive e peperoncino)
  • Panino M**Bun (amburgher 100% carne di fassone + insalata + pomodoro + salsa a scelta tra maionese, ketchup e salsa piccante)
  • Patatine fritte (patate freshe, non surgelate tagliate a rondolle e fritte)
  • Birra M** Bun Biunda

Per un totale di 17 Euro.

 

Appunti di un venditore di donne

Appunti di un venditore di donne

Appunti di un venditore di donne

“Appunti di un venditore di donne” di Girgio Faletti

Questa la trama tratta da ibs.it:

1978: a Roma le Brigate Rosse hanno rapito Aldo Moro, in Sicilia boss mafiosi come Gaetano Badalamenti soffocano ogni tentativo di resistenza civile, all’ombra della Madonnina le bande di Vallanzasca e Turatello fanno salire la tensione in una città già segnata dagli scontri sociali. Ma anche in questo clima la dolcevita del capoluogo lombardo, che si prepara a diventare la “Milano da bere” degli anni Ottanta, non conosce soste. Si moltiplicano i locali in cui la società opulenta, che nella bella stagione si trasferisce a Santa Margherita e Paraggi, trova il modo di sperperare la propria ricchezza. È proprio tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine che fa i suoi affari un uomo enigmatico, reso cinico da una menomazione inflittagli per uno “sgarbo”. Si fa chiamare Bravo. Il suo settore sono le donne. Lui le vende. La sua vita è una notte bianca che trascorre in compagnia di disperati, come l’amico Daytona. L’unico essere umano con cui pare avere un rapporto normale è un vicino di casa, Lucio, chitarrista cieco con cui condivide la passione per i crittogrammi. Fino alla comparsa di Carla che risveglierà in Bravo sensazioni che l’handicap aveva messo a tacere. Ma per lui non è l’inizio di una nuova vita bensì di un incubo che lo trasformerà in un uomo braccato dalla polizia, dalla malavita e da un’organizzazione terroristica. Un noir fosco su uno dei momenti più drammatici del dopoguerra italiano, in una Milano che oscilla tra fermenti culturali e bassezze morali.

Giudizio: da leggere/bello

Anche in questo libro Giorgio Faletti riesce a stupire cambiando totalmente impostazione e genere rispetto ai precedenti libri.

Per tutta la prima metà del libro non si capisce bene dove vuole andare a parare, poi tra la metà e i 3/4 del libro ci sono una serie di colpi di scena che rendono la storia molto intrigante. L’ultima parte del libro diventa molto scorrevole e veloce da leggere in cui si capisce tutta la storia.

Source Code

Source Code

Source Code

“Source Code” di Duncan Jones

Questa la trama tratta da MyMovies.it:

Il capitano Colter Stevens, pilota di elicotteri e veterano della guerra in Afghanistan, si risveglia su un treno di pendolari senza avere la minima idea di dove si trovi. Di fronte a lui Christina, una bella ragazza che lo conosce ma che lui non riconosce affatto. In tasca (e nello specchio) l’identità di un giovane insegnante di nome Sean Fentress. Poi l’esplosione, che squarcia il convoglio. Ma Colter non è morto, da un monitor un ufficiale donna lo informa che dovrà tornare sul treno per identificare l’attentatore e prevenire un successivo, più micidiale attacco. Ogni volta che farà ritorno sul treno avrà solo 8 minuti a disposizione. Di più non gli è dato sapere, la missione è top-secret, il suo nome: “Source Code”.

Giudizio: Incomprensibile/si può perdere

La trama è un po’ complicata e per chi non è appassionato di fantascienza è meglio che lasci stare.

Il film finisce e lascia parecchi dubbi.